Giornata dell'Europa

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9 maggio, Giornata dell'Europa

Oggi si celebra la pace e l'unità d'Europa.
Un percorso che possiamo mantenere vivo ri-vivendolo e ri-costruendolo insieme, giorno dopo giorno.

Generazioni di Europei hanno lottato guerre mondiali e guerre fratricide, spesso digiuni delle reali motivazioni dei conflitti.
Nelle macerie ha trovato spazio un germoglio: prima un anelito, poi l’opportunità e infine il progetto di costruire un’epoca di pace. 
Un dono prezioso e fragile; tanto fragile che per distruggerlo può bastare smettere di sognare. 
Poco oltre i confini dell'Unione si è ricominciato a sparare e ancora si muore. 

I nostri figli potranno ancora sperimentare, custodire e alimentare il dono della pace?
Forse è importante evitare di darla per scontata e continuare a chiederci cosa sia la nostra Unione.
Un atteggiamento che possiamo standardizzare grazie ad un elenco di normative comunitarie?
Un percorso vivo, vissuto, in continua crescita, discussione, trasformazione?
La consapevolezza di quanto possa essere utile il confronto, il crescere insieme nonostante le infinite difficoltà che questo comporta?
Un sogno?

Bello avere un inno che si intitola "inno alla gioia".
Bello immaginarsi il percorso della nostra Unione come metaforicamente rappresentato in questa esecuzione.
La sinfonia si costruisce piano piano, grazie a chi l'ha immaginata, alla partecipazione di ogni singola individualità, di ogni singola voce che ha scelto di non restare da sola bensì di coordinarsi e di intonarsi nella squadra.
Tanto studio, tanto esercizio, tanta fatica, tanti errori... fino alla sinfonia.
Dipende da noi se le nostre diverse identità nazionali, le nostre diverse abitudini, i nostri diversi linguaggi possono diventare le nostre più grandi risorse per suonare insieme la nostra sinfonia polifonica.

E' sufficiente che gli strumenti smettano di suonare insieme per far cessare la sinfonia, per far cessare il sogno.


"C'è stato un sogno una volta che era Roma lo si poteva soltanto sussurrare, ogni cosa più forte di un sospiro l'avrebbe fatto svanire, era così fragile. Io temo che non sopravviverà all'inverno."
(Marco Aurelio rivolto a Massimo Decimo Meridio nel film "il Gladiatore")

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